La stagione 2026 del Maggio Musicale Fiorentino si delinea come un’indagine profonda sulle strutture dell’animo umano, orchestrata attraverso dodici titoli che spaziano dal repertorio barocco alla contemporaneità più cruda. L'avvio della direzione musicale di Daniele Gatti introduce una precisione analitica nel programma, proponendo cicli sinfonici di rigore assoluto. Tra i momenti cardine, giugno vedrà l’esecuzione integrale delle Sinfonie di Beethoven, seguita in autunno da un approfondimento filologico su Felix Mendelssohn, includendo l’oratorio Elias. La programmazione non si limita alla celebrazione del canone, ma esplora il teatro musicale come specchio delle tensioni civili contemporanee.
Il cartellone operistico alterna la solidità dei capolavori di Verdi, come Un ballo in maschera e Simon Boccanegra, alla visceralità della Tosca di Puccini. Tuttavia, è nelle opere di rottura che il Maggio afferma la sua rilevanza internazionale. L'88-esimo Festival del Maggio si aprirà con The Death of Klinghoffer di John Adams, opera dal forte impatto politico con la regia di Luca Guadagnino. Questo percorso di analisi sociale prosegue con il Wozzeck di Berg e la tensione psicologica de Il castello di Barbablù di Bartók, offrendo al pubblico una prospettiva critica sulle asimmetrie del presente e sulle ferite ancora aperte della storia recente.
L’estetica della stagione è affidata a una selezione di registi che prediligono la pulizia formale e la profondità psicologica, tra cui Robert Carsen, Claus Guth e Deborah Warner. Un punto di svolta significativo è rappresentato dalla commissione di Romanzo Criminale, con musica di Nicola Piovani e libretto di Giancarlo De Cataldo. Questa prima assoluta traspone il noir italiano nel linguaggio operistico, creando una sinergia tra narrazione cinematografica e potenza sinfonica. Il podio vedrà alternarsi figure di rilievo mondiale, con 28 appuntamenti sinfonici che includono i cinque programmi diretti dal maestro Zubin Mehta, direttore onorario a vita, insieme a Myung-Whun Chung e Teodor Currentzis.
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